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Dopo la pausa del 2020 causa Covid19 e l’edizione nazionale del 2021 (ancora ridimensionata per i rischi legati al perdurare della pandemia), è tempo di ripartire con una manifestazione di livello internazionale. In primo luogo con la designazione di una giuria di gran livello, presieduta da Maria Grazia Garofoli, già etoile del Teatro La Fenice di Venezia, direttrice di compagnia e del corpo di ballo dell’Arena di Verona. Ci sarà anche l’argentino Julio Bocca, già etoile internazionale e uno tra i più brillanti danzatori di coreografie temporanee e di folclore, l’australiana Kathrin Bennetts, la coreana Kim Jung Ah dalla Corea del sud, il maestro Serge Bondur dall’Ucraina e Oleksi Bessmertni dalla Germania. Tornerà anche il Premio della Critica, ideato e presieduto da Sara Zuccari, direttrice del Giornale della danza.
PROGRAMMA
Quest’anno all’International Dance Competition non ci saranno i ballerini russi ma l’evento quest’anno potrà contare sulla partecipazione di circa 130 tra danzatori e danzatrici, provenienti non solo da molte regioni italiane e anche da Bulgaria, Corea, Ungheria e Ucraina. In totale si attendono a Spoleto gli arrivi di almeno 350 persone, tra iscritti, accompagnatori, insegnanti e organizzatori, un dato che conforta per i benefici economici e il sicuro ritorno di immagine per la bella città ospitante. Con questa partecipazione l’internazionalità dell’evento è già assicurata, inoltre il concorso è gemellato con il festival cinese “International Dance Competition China”.
Per l’inaugurazione del 15 maggio si potrà assistere allo spettacolo della compagnia coreana Mut Dance. Per il gran finale di chiusura, previsto per sabato 21 maggio sempre al teatro nuovo Menotti, verrà presentato il tradizionale Gala dei vincitori.
INFORMAZIONI
Sito web: www.idcspoleto.com
Regolamento e categorie: https://www.idcspoleto.com/source_/wp-content/uploads/2022/04/Regolamento-def.-2022.pdf
In occasione della Giornata internazionale della danza, proponiamo ai cultori del ballo sportivo di coppia la riscoperta del film “La bellezza d’Ippolita” (Italia, 1962, 90 minuti), diretto da Giancarlo Zagni, su un soggetto tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore friulano Elio Bartolini (Mondadori 1955, Longanesi 1968-1970). Tra gli interpreti principali spiccano i protagonisti Gina Lollobrigida ed Enrico Maria Salerno (Ippolita e Luca), insieme alla cantante-attrice Milva (Adriana) e Carlo Giuffré.
Questa singolare pellicola in bianco e nero di sessant’anni fa (coproduzione italo-francese di Arco-Film Roma e Francinex-Pathè Parigi), risulta di notevole interesse storico perché tra gli attori c’è anche il ballerino e maestro Ariel Mannoni. Vero pioniere e antesignano del ballroom nel nostro Paese, Mannoni è ricordato per aver insegnato a generazioni di maestri e per essere stato il fondatore della Fiab, la Federazione Italiana Amatori Ballo di cui, dopo la sua scomparsa, per un breve periodo sarebbe diventato presidente il fratello Umberto Mannoni, predecessore del dottor Franco Querzè.
Tra le scene di altri tempi si scoprono curiosamente quelle della “Gara interprovinciale di ballo da sala”, elegantemente ambientata nel Politeama Garibaldi (in realtà un salone in Piazza di San Francesco D’Assisi a Roma) con tanto di coppie numerate in frac e gran tutù, pista su palco rialzato, orchestra per la musica dal vivo, speaker ufficiale, tavolini giuria e votazione a paletta, zona bar e buffet per gli ospiti. Due giorni di competizioni – tra sabato e domenica, come si legge nello striscione dell’evento – su specialità di singoli balli, con Gina Lollobrigida occasionale partner di Ariel Mannoni per la gara di tango “argentino” (in realtà standard).
Il film (distribuito da Cineriz e presentato in concorso al XII Festival di Berlino) vanta anche le coreografie di Gino Landi e la direzione musicale di Roberto Pregadio, mentre tra gli sceneggiatori compare la prestigiosa firma di Pasquale Festa Campanile. Purtroppo le copie disponibili su Internet sono alquanto rare e di qualità non ottimale, ma c’è da considerarne l’importanza documentale e artistica, sia in termini cinematografici che socio-culturali. Utile in particolare per risalire alle origini e alle prime fasi di sviluppo della danza agonistica, connaturate al costume e allo spirito degli anni in cui l’Italia e l’Europa lasciavano alle loro spalle gli orrori, la distruzione e i postumi morali del periodo bellico, per entrare con decisione in quello del boom economico. Era il meraviglioso inizio di un nuovo ciclo, di grandi speranze, grandi ideali e grandi imprese. Per qualcuno “La bellezza d’Ippolita” potrà essere solo un vecchio film sentimentale, altri potranno invece ricavarne pillole di informazioni preziose, da non dimenticare, perché tutto ciò che conosciamo e che conosceremo è sempre frutto e conseguenza di ciò che è avvenuto nel passato.
Trama del film
Ippolita è un’ex ballerina di varietà che sposa il benzinaio Luca ma il matrimonio entra presto in crisi per la gelosia del marito a causa del suo continuo farsi corteggiare dagli automobilisti. Un giorno Ippolita si concede una gita in sidecar, destinazione Venezia, con un giovane innamorato austriaco. Pranzano insieme, vanno al cinema e poi si ritrovano in una gara di ballo. Nel frattempo Luca per ripicca la tradisce con Adriana, un’amica di Ippolita. Al suo ritorno Ippolita scopre la liaison e la sera, dopo aver partecipato alla finale della gara di ballo annuncia al marito che prima di fare pace lei deve rendergli la pariglia…
Tipica danza andalusa, caratterizzata dal “zapateado” di bailaoras (ballerine) e bailaores (ballerini), il Flamenco riesce ad esprimere con estrema passionalità i sentimenti e le intime vicissitudini umane – quali amore, gioia, dolore, rabbia, disperazione e solitudine – con una combinazione unica e drammatica di musica, Cante e Baile (canto e ballo), accompagnato dalla ritmica delle nacchere e dal suono del Toque (chitarra). La danza è appunto introdotta e accompagnata spesso da un canto soave e melodico, che in altri casi è invece lamentoso, quasi stonato e di sfogo stridulo. Su questa base i danzatori riescono a creare un’atmosfera ricca di carica emozionale, mista di gioie e dolori, con partecipazione cruda e tragica, con il supporto ritmico del battito di piedi, mani, nocche.
Le fonti attestano che il definitivo sviluppo del Flamenco nelle forme attuali – soprattutto nelle regioni di Cadice, Cordova, Jerez e Siviglia – si è affermato verso la fine del Settecento, culmine di un lunghissimo e antico processo evolutivo, che ha accompagnato la storia del popolo nomade degli odierni Gitani durante le millenarie migrazioni, dall’Asia all’Europa, passando per il Medio Oriente e l’area Mediterranea per giungere all’attuale regione spagnola dell’Andalusia.
Il carattere è di una danza astratta, che non racconta storie bensì emozioni e stati d’animo.
Il Flamenco nasce in origine come ballo individuale su un palco di legno, ma col tempo le coreografie si sono arricchite tecnicamente e articolate con le forme di coppia e per gruppi danza. La tecnica richiede anni di studio per impadronirsi del carattere e per imparare correttamente la mimica, l’utilizzo del corpo e per saper utilizzare tacchi, punte e pianta. Nella loro interpretazione i ballerini riescono a passare dalla felicità alla tristezza in un solo battito, coinvolgendo il pubblico in un rapporto di comunicazione diretta, rivolta verso il basso, guardando negli occhi gli spettatori presenti. I movimenti di bailaoras e bailaores sono distinti e ben rappresentano la diversità dei ruoli canonici maschili e femminili. L’atteggiamento è invece comune, sempre sicuro, convinto e provocatorio.
La tecnica e l’estetica delle coreografie è implementata non solo dall’intensità espressiva ma anche dai costumi, quali elementi distintivi che negli anni hanno subito varie trasformazioni, superando anche la tradizione. Per l’uomo la norma prevede camicia e pantalone stretto. Per la donna il vestito può avere anche la Bata de Cola (coda) e la gonna può variare in ampiezza a seconda del tipo di testo, musica e relativa interpretazione. I maschi utilizzano un tipico stivaletto con tacco da 3 a 6 centimetri, mentre il tacco femminile varia di solito tra i 4 e i 5 centimetri. Le calzature sono inoltre dotate di rinforzi metallici sotto il tacco e sotto la punta (in genere chiodi, di raro placchette), per rendere la scarpa più efficace ai fini del tipico effetto percussivo.
Evitare il sovraffollamento, anche attraverso l’utilizzo di sistemi di prenotazione, specialmente all’interno di luoghi chiusi, mantenendo un distanziamento adeguato in riferimento alla tipologia di attività svolta.
Messa a disposizione, all’ingresso e in più punti dei locali, di soluzioni per le mani, al fine di favorirne l’igienizzazione frequente da parte degli utenti.
Frequente igienizzazione di tutti gli ambienti, con particolare attenzione alle aree comuni e alle superfici toccate con maggiore frequenza.
Rinforzo del ricambio d’aria naturale o attraverso impianti meccanizzati negli ambienti chiusi (es. mantenendo aperte, a meno che le condizioni meteorologiche o altre situazioni di necessità non lo consentano, porte, finestre e vetrate).
Questo messaggio viene scritto mentre i razzi colpiscono edifici residenziali e la gente combatte nelle strade. Probabilmente è troppo ottimista sperare che la gente il 29 aprile danzi nelle strade per celebrare la pace. La situazione richiede ai ballerini di mostrare solidarietà agli altri ballerini.
L’individualità e il fai da te sono fuori moda. Molte persone sono desiderose di aiutare ma rischiano di cadere vittime di truffe. È molto difficile distinguere tra organizzazioni, siti web, persone, notizie ecc. genuini e falsi. Ci si può fidare solo di chi si conosce da molti anni, solo di chi ha una lunga storia di una politica seria con cui si è d’accordo – certamente non di chi promette di fare ora quello che non ha mai fatto prima. Il passato è la migliore garanzia per il futuro.
Non è il momento di fare sfoghi romantici sulle virtù della danza e affermazioni simpatiche ma vaghe. La danza, dopo essere stata duramente colpita dalla pandemia, è ora colpita dal conflitto armato e dalla prospettiva di una guerra fredda su scala globale. È il momento di azioni concrete e risultati tangibili, il momento di mettersi insieme per avanzare uniti.
F.to
Prof. Dr. Alkis Raftis
Presidente del Consiglio Internazionale della Danza
La Giornata della Danza, si celebra ogni anno il 29 aprile. Istituita nel 1982 e monitorata dal CID, mira ad attirare l’attenzione sull’arte della danza. Viene celebrata da milioni di ballerini in tutto il mondo. In quel giorno i professionisti della danza organizzano un evento rivolgendosi a un pubblico diverso da quello abituale.
La danza praticata a livello professionale espone i ballerini ad alcune patologie, soprattutto per overuse e agli arti inferiori, ma non solo. Adnkronos ha intervistato in proposito l’ortopedico Omar De Bartolomeo, autore del libro “MANUALE DI MEDICINA DELLA DANZA – Traumi, errori tecnici e principi di riabilitazione del tersicoreo”
Il dottor De Bartolomeo: “La danza classica è una disciplina che necessita di una determinata conformazione fisica”
La danza classica, praticata a livello professionale, rende i ballerini maggiormente inclini ad alcune patologie. Prevenzione e terapie diventano fondamentali per preservare le carriere. Lo spiega il dottor Omar De Bartolomeo, ortopedico della II Clinica Ortopedica dell’ASST Gaetano Pini-CTO, autore del libro Manuale di medicina della danza. Traumi, errori tecnici e principi di riabilitazione del tersicoreo, è tra gli ortopedici più esperti in ambito danza, anche grazie alla sua esperienza maturata con il Teatro Alla Scala di Milano. Eppure la sua storia parte da un campo molto diverso dal palcoscenico: “Da giovane giocavo a rugby – racconta il dott. De Bartolomeo in occasione della Giornata Internazionale della Danza – e avevo per questo delle braccia molto forti. La scuola di danza di mia sorella cercava qualcuno che potesse aiutare le ballerine a esercitarsi con i passi a due e le prese perché non avevano iscritti maschi. Così mi sono avvicinato alla danza. Una disciplina dove l’arte si esprime attraverso il corpo e per fare in modo che il corpo si muova al massimo del potenziale è necessario conoscere le esigenze di un danzatore”.
La danza classica, praticata a livello professionale, rende i ballerini maggiormente inclini ad alcune patologie, il 70% delle quali insorge per overuse, mentre il 30% per patologie acute che colpiscono in particolar modo gli arti inferiori (caviglia, piede e ginocchio). Consuete sono le fratture da stress, causate sia da errori tecnici, sia da doti anatomiche: “La danza classica è una disciplina che necessita di una determinata conformazione fisica – sottolinea l’ortopedico –. È sconsigliato praticare la danza a livello professionale se si soffre di scoliosi, di sindrome pronatoria (piede piatto), se si ha un ginocchio eccessivamente valgo, oppure altre predisposizioni individuali che possano aumentare in modo significativo il rischio di infortunio”.
Una sana alimentazione e una buon approccio medico-riabilitativo sono delle ottime armi per evitare incidenti: “Per il 60% dei casi i ballerini soffrono di tendiniti, specie al tibiale posteriore, al flessore dell’alluce e achilleo, molti ballerini devono lavorare per correggere e adattare la tecnica della danza alla propria conformazione corporea ed evitare quindi alcune patologie da tecnica errata e da lavoro, come a esempio l’alluce valgo, le tendinopatie, le fratture da stress, il conflitto femoro-acetabolare e il conflitto posteriore di caviglia. Alcune patologie del ballerino sono specifiche, oltre che per l’età, anche per il gesto tecnico. I ballerini sono maggiormente impegnanti in salti e prese, quindi hanno maggiori problemi alle ginocchia, alla schiena e soffrono più spesso di fratture da stress alle tibie; le ballerine, invece, soffrono più spesso di problematiche al ginocchio e alla caviglia, nonché di lesioni da overuse (fratture da stress) ai piedi, proprio per l’uso delle punte”.
Ci sono, poi, alcune patologie che sono legate alla crescita, spiega l’ortopedico dell’ASST Gaetano Pini-CTO, come l’osteocondrosi del calcagno, osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore (malattia di Osgood-Schlatter). Inoltre, per le ballerine è molto importante scegliere le scarpette adatte, per adattare la forma del piede alla forma del puntale e alla flessibilità della suola. Questo ridurrà i sovraccarichi e l’insorgenza di alcune patologie quali tendinopatie, onicopatie e le fratture da stress. “Nella danza sport e arte si fondono e la preparazione atletica è necessaria per evitare infortuni, così come conoscere il proprio corpo e assecondarne i cambiamenti, senza dover rinunciare a nulla, neanche alla gravidanza”, aggiunge De Bartolomeo.
Lo stop agli spettacoli dal vivo, dovuto all’emergenza Covid-19, ha fatto aumentare il numero degli infortuni: “Per quanto abbiano potuto allenarsi in autonomia, i ballerini hanno ripreso le attività solo parzialmente preparati da un punto di vista atletico e questo ha portato inevitabilmente a un aumento dell’incidenza di infortuni come la distorsione di caviglia o di ginocchio, oltre che all’insorgenza di patologie da overuse per inadeguata preparazione tecnica-atletica, quindi fratture da stress, tendinopatie, lombalgia”.
Dopo un infortunio, oltre all’intervento dell’ortopedico, per riportare velocemente un danzatore sul palco serve un percorso di riabilitazione mirato: “I fisioterapisti, così come i preparatori atletici e gli insegnati di danza hanno un grande ruolo nella prima fase di ripresa, in quanto occorre modulare i carichi e gli impegni artistici e l’intensità delle lezioni, così da permettere una corretta ‘riatletizzazione’ dei ballerini. Lo staff medico e fisioterapico dell’Accademia e del Teatro Alla Scala svolge un importante ruolo di prevenzione delle patologie del tersicoreo per evitare che una ripresa troppo veloce e/o troppo intensa possa determinare lesioni più gravi”, conclude l’esperto.
Ballet-ex e la coreografa Luisa Signorelli organizzano il PREMIO AL TALENTO nella giornata di sabato 21 maggio 2022.
La manifestazione è in programma nel teatro Viganò di Roma e l’invito è rivolto a solisti, duetti, gruppi e tutti coloro che desiderano sperimentare il loro talento artistico.
Per informazioni e regolamento visita il sito web www.balletex.com oppure telefona o invia un messaggio WhatsApp al numero 339.4767039.
Giovedì 21 aprile debutta su RaiPlay la miniserie tv “Scuola di Danza – I ragazzi dell’Opera” realizzata da PanamaFilm e ambientata nella Scuola di danza dell’Opera di Roma. Le puntate (inizialmente disponibili i primi tre episodi, sui 12 previsti in questa prima stagione con quattro appuntamenti settimanali) raccontano le aspirazioni e i sentimenti di allievi ed allieve, giovani protagonisti (sette ragazzi e sei ragazze) di talento tra i 16 e i 20 anni, documentate con la quotidianità delle lezioni, degli allenamenti, dei rapporti con i maestri di danza e delle impegnative prove per la preparazione di un imminente spettacolo.
Fuori dal Teatro dell’Opera le telecamere seguono i ragazzi nelle loro uscite collettive, nelle relazioni famigliari, di amicizia, di coppia o nei social network. Alcuni di loro – spiegano gli autori – vivono in collegio e altri lavorano per poter pagare le spese del soggiorno nella capitale per frequentare il corso. Molti caratteri diversi, tutti hanno però in comune non solo la passione e la condivisione del sospirato percorso professionale, ma anche la ricerca della propria identità e il sogno di poter emergere nel mondo tersicoreo.
Episodi su RaiPlay
(per la visione occorre registrarsi)
Su Internet si possono trovare numerosi siti informativi che riportano le indicazioni di esperti nutrizionisti circa il regime alimentare che devono seguire i danzatori e le danzatrici. A prescindere dall’età, dal tipo e dal livello di ballo praticato, la raccomandazione è senz’altro quello di non seguire le diete “fai da te” sui generis, consigliate su varie pagine social e su riviste senza basarsi su principi scientifici e nemmeno adattate alla singola persona. Gli unici consigli sicuri rimangono quelli dei medici e degli dietologi specializzati dopo una visita personale.
In generale, per chi vuole avere dei riferimenti di massima, valgono le tabelle che scaturiscono dagli studi scientifici e dalla competenza professionale di dietisti (laureati triennali che elaborano le diete prescritte dal medico), nutrizionisti (laureati magistrali/quinquennali in scienze dell’alimentazione e nutrizione umana, iscritti all’albo dei biologi, che possono definire piani nutrizionali e programmi di educazione alimentare senza bisogno della firma del medico, ma senza prescrivere farmaci) e dietologi (medici a tutti gli effetti e con specializzazione in scienze dell’alimentazione, che possono diagnosticare eventuali patologie, prescrivere diete e farmaci)
Prima di rivolgervi ad un consulente consultate gli elenchi dei professionisti sanitari disponibili nella vostra zona. Su Internet trovate senz’altro una grande quantità di informazioni, ma fate attenzione ai messaggi puramente pubblicitari, badate piuttosto all’affidabilità della fonte che state consultando.