Appuntamento nel palasport di via Olimpia 2, a Legnago (Vr), il 26 marzo per la tappa a punteggio per la ranking nazionale Mids, nel circuito di Coppa Italia e quale prova di Campionato Italiano Mids, per le discipline e specialità Liscio Unificato, Ballo da Sala, Danze Filuzziane, Danze Standard, Danze Latino-Americane, Danze Caraibiche, Danze Afro-Latine, Danze Argentine, Pop e Street Dance, Danze Coreografiche, Duo Latin di specialità, Duo Synchro Latin, Duo Synchro a Tema
Organizzazione: Movimento Italiano Danza Sportiva, Arcobaleno Dance Legnago, M° Loris Zanardi
Nella ricorrenza di San Giuseppe del 19 marzo – Festa del papà – Mids presenta nel palasport di Badia Polesine (RO) la competizione open di Salsa Cubana, Salsa Portoricana, Rumba Guaguanco, Rueda de Casino, Son, Bachata, Bachata Dominicana, Bachata Sensual, Caribbean Show Dance e Danze Afro Latine.
“E’ la nostra cultura, ci vuole cuore per passarlo alle nuove generazioni”
La richiesta al Ministero è partita dai palazzi della Regione Emilia-Romagna, il maestro Davide Gabusi tesse le lodi del liscio e spinge “Sarebbe un grande vanto ed è la nostra tradizione, ci tiene in forma e fa nascere anche tanti amori”
Il ballo liscio riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco? Il consiglio regionale di viale Aldo Moro chiede che il ministero della cultura ne promuova la diffusione anche fra i giovani e lo valorizzi come patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna. Cosa ne pensa chi il liscio lo ha nel dna e lo balla da quando aveva solo 9 anni? “Sarebbe un vanto, non parliamo di una cultura solo locale, ma di un vero e proprio patrimonio che è giusto sia di tutti. Per noi il ballo liscio è la Filuzzi, un genere musicale prima (che ha come base strumenti quali l’organetto semitonale e poi la fisarmonica) e una danza poi, particolare e anche molto complicata a dire il vero” – spiega Davide Gabusi, uno dei più noti maestri bolognesi. E il ballo è proprio una cosa di famiglia: Mia Gabusi, la figlia di Davide, è stata a Ballando con le Stelle nel 2019.
Il primo a firmare la richiesta è stato Federico Amico di “Emilia-Romagna Coraggiosa”, ricorda come questa risoluzione segua l’atto di indirizzo politico della scorsa legislatura sul ballo folkloristico romagnolo e che la candidatura è stata nuovamente avanzata da numerosi soggetti tra i quali numerosi artisti di valenza nazionale. E i giovani si avvicinano al ballo liscio? “Difficilmente oggi i giovani ci chiedono di imparare il ballo liscio e noi maestri dobbiamo essere abili a portarli in questa direzione facendo capire loro che è la nostra tradizione e che sì, va bene importare tutto, ma è bello anche portare avanto le nostre tradizioni. Una delle cose che li limita un po’ è il fatto di essere una coppia chiusa con contatti fisici, mentre per esempio, le coppie aperte come quelle del latinoamericano sono più alla portata…” continua Gabusi.
Quando ha iniziato a ballare il liscio? “Ho iniziato a ballare il liscio nel 1979 ed ero un bambino, l’ho sempre praticato e lo adoro”.
A chi volesse iniziare a ballare, quale ballo è ideale per cominciare? “La mazurca perché ha un ritmo leggermente più lento rispetto al valzer per esempio”
Chi oggi balla il liscio e frequenta le balere? Ai giovani interessa imparare? “A livello geografico in Italia ovunque (anche in Sicilia e in Sardegna) anche se l’Emilia-Romagna resta la regione nella quale il liscio è più praticato e il luogo dove ci sono più sale e balere”.
Quanti amori nascono dal ballo liscio? “Tantissimi, non so più contare le coppie che sono nate danzando con noi!”
Quanto ci si tiene in forma a ballare il liscio? “In maniera straordinaria perché ha un ritmo dinamico: l’andamento circolare fa si’ che ci si muova non sul posto ma ‘passeggiando’ in cerchio lungo tutta la pista…”.
Filuzzi: la storia della musica e del ballo liscio “filuzziano”
La Filuzzi è l’interpretazione fatta a Bologna e nella sua provincia degli stili musicali e coreutici propri del Ballo Liscio e nasce, come tutti i ”lisci”italiani, dalla contaminazione dei nuovi balli di provenienza centro-europea Mazurka, Valzer e Polka con i balli tradizionali preesistenti. Alcuni tra i pochi testi esistenti (si può citare la Storia della Filuzzi bolognese dal 1903 al 1970 di Roberto Artale) indicano il 1903 come anno di nascita della Filuzzi; altri indicano come già nel 1900 vi fossero almeno due società di ballo (Aida e Aquila) a Bologna, in Via del Pratello, in cui si praticavano e si insegnavano balli alla filuzzi. Sicuramente il processo di trasformazione del modo di ballare e di suonare è avvenuto con continuità dal 1870 circa (periodo in cui entrano prepotentemente in Italia i valzer, le mazurke e le polke) in poi. La Filuzzi quindi ha due componenti tanto fondamentali quanto ovvie: musica e ballo. Musica da ballo, certamente, che giustifica il ballo, e ballo, che ha bisogno della musica.
La musica filuzziana, che è essenzialmente strumentale, si caratterizza per l’uso dell’organetto, prima semitonato, poi unitonico e senza bassi, noto come organetto bolognese, strumento dalla sonorità unica, creazione della famiglia Biagi. (Attilio Biagi creò anche un gruppo musicale composto da tre organetti ed una chitarra: il Quartetto Bolognese dell’Allegria). La composizione dell’orchestra è essenziale. Inizialmente assieme all’organetto compare una chitarra ed un basso (contrabbasso) dando luogo ai “trii” filuzziani. L’introduzione della batteria è relativamente recente (anni cinquanta) portando la composizione tipica dell’orchestra filuzziana a 4 elementi. La divisione dei pezzi musicali in parti è rigorosa: 32 misure musicali per parte nel valzer, 16 per mazurka e polka.
Il ballo liscio filuzziano (nato alle origini come ballo tra uomini, fenomeno comune anche per altre grandi città, nel periodo a cavallo tra otto e novecento) si differenzia da tutte le altre forme di liscio per la presenza di figurazioni staccate. Le figurazioni staccate filuzziane sono il risultato di un probabile adattamento di figure dei balli staccati in uso nella provincia di Bologna nell’ottocento. Questa è una caratteristica unica del ballo “Alla Filuzzi”. Oggi il ballo “Alla filuzzi” è il risultato di una evoluzione che ha visto un rallentamento della frequenza metronomica (musiche più lente) ed un arricchimento delle figure (numero maggiore di figure con maggiore complessità). Sicuramente oggi non si balla più come i filuzziani degli anni cinquanta, ma questo è un fenomeno comune di tutti i balli. Rimane comunque viva l’anima del ballo “Alla Filuzzi” con la sopravvivenza di figure staccate e con l’esecuzione del frullone che ne è tutt’oggi considerato il distintivo di qualità.
Perché si chiama “filuzzi”? Le origini di questo nome
Per quanto riguarda l’ origine del nome Filuzzi non vi sono certezze. Alcune teorie lo fanno derivare dall’abitudine di alcuni ballerini di spostarsi rapidamente (filare) da una balera all’altra. Altre teorie fanno derivare Filuzzi dal filò (ambiente di aggregazione tipico della società rurale a cavallo tra diciannovesimo secolo e ventesimo secolo). Altre ancora dai filare delle viti…Per quanto è noto oggi, il nome Filuzzi compare per la prima volta negli ultimi anni del diciannovesimo secolo per identificare una società di ballo operante in quegli anni a Bologna. Nel 1860, al termine di un dominio papale durato più di tre secoli, e soprattutto in seguito alla liberazione dal tanto detestato e sofferto giogo austriaco, l’intera popolazione di Bologna fu pervasa da una rinnovata gioia di vivere. In tutta la città divennero sempre più frequenti le manifestazioni a carattere musicale, teatrale, ecc…; tra queste iniziative raccolse enormi consensi il Ballo Popolare, che trovava la sua massima espressione nelle feste di piazza. A fine secolo quella del ballo era ormai una tradizione fortemente consolidata tanto presso i ricchi quanto presso ai poveri e si ballava dovunque: dai magnifici saloni dei palazzi signorili alle piazze e alle aie di campagna. La svolta si ebbe con la diffusione delle cosiddette “balere” (locali chiusi espressamente dedicati al ballo), i cui primi esemplari comparvero a Bologna già nel 1850. Le balere si diffusero rapidamente in tutta la città, tanto è che a cavallo fra ‘800 e ‘900 ogni borgo cittadino poteva vantare il proprio locale in cui uomini e donne del popolo (il fenomeno della balera infatti era nato e si era sviluppato fra gli strati più bassi della popolazione) si incontravano per ballare.
Perchè “Danze Filuzziane”? I giovani delle famiglie più agiate, spinti dalla voglia di evadere dal proprio mondo e desiderosi di conoscere nuove ragazze, andavano da un quartiere all’altro cercando di entrare ad ogni costo nelle balere, cosa tutt’altro che facile se si pensa che fra i vari quartieri esistevano forti rivalità e che una rigida regola non scritta imponeva a uomini e donne di frequentare esclusivamente il locale del proprio rione di appartenenza; ogni balera rappresentava quindi una sorta di “circolo chiuso”.
Pur di farsi accettare anche dai ballerini più diffidenti, questi intraprendenti giovani tentarono un compromesso: avrebbero ballato tra di loro – maschio con maschio – senza importunare le ragazze. Questo fece quindi crollare anche le ultime riserve e con l’andare del tempo questi della “Bologna bene” divennero i più assidui frequentatori delle balere rionali; proprio questi continui spostamenti valsero loro l’appellativo di “filuzziani”, ossia di coloro che si spostavano (filavano, appunto) da un borgo all’altro (da cui deriva il modo di dire “fare il filo” come sinonimo di “corteggiare, cercare di conquistare”). I ballerini filuzziani rispettarono appieno gli accordi presi, ma per raggiungere il loro obiettivo primario (ovvero la conquista) dovevano giocare d’astuzia: dal momento che non potevano nemmeno rivolgere loro la parola, l’unica possibilità che avevano per farsi notare stava nell’inventarsi un modo di ballare che calamitasse in qualche modo gli sguardi delle fanciulle.
I balli in voga in quel momento erano il Valzer, la Mazurca e la Polka (che dai paesi di origine avevano coinvolto e appassionato tutta Europa), ma non possedevano variazioni tali da stuzzicare interessi particolari; fu grazie quindi alla fantasia, l’abilità e alla genialità di due ballerini filuzziani – tali Umberto Bortolotti e Brando – che queste tre danze si arricchirono di passettini, piroette, striscini, scalette, frulloni e molto altro ancora, divenendo cosi gli attuali “Valzer, Mazurca e Polka alla Filuzzi”. Questo nuovo tipo di ballo così particolare, così frizzante – e soprattutto così diverso – fece breccia nel cuore di tutti i bolognesi, e soprattutto le ragazze ne furono conquistate.
Competizione open di danza sportiva organizzata il 29 e 30 aprile nel PalaFiere di Catania. DANZE ARTISTICHE Danze coreografiche – Danze Accademiche DANZE DI COPPIA Standard – Liscio – Sala – Latine – Caraibiche
Dopo il successo del live casting tour di Botr2022 e del suo spin off televisivo in onda su Rai 1, dalla partnership fra Ballando on the road con 𝐒𝐢𝐦𝐨𝐧𝐞 𝐃𝐢 𝐏𝐚𝐬𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 nasce “Ballando on the road – L’Accademia delle stelle”.
L’Accademia ha l’obiettivo di dare l’opportunità ad un selezionato gruppo di talenti della danza che si sono già messi in evidenza nel tour 2022, di partecipare gratuitamente a degli stage di specializzazione che possano ampliare la loro formazione, dando loro visibilità e nuove opportunità nel campo delle produzioni televisive e teatrali. Le tappe 2023 della formazione, con docenti di indiscusso livello, si svolgeranno nell’ambito di realtà organizzative già esistenti e consolidate nel mondo della danza e del ballo, secondo questo calendario:
𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 “DANZAINFIERA” 𝟮𝟱/𝟮𝟲 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 (il 25 febbraio sarà presente Milly Carlucci per un saluto a tutti i partecipanti)
𝐑𝐨𝐦𝐚 “FULL OUT DANCE CAMP” 𝟮𝟱/𝟮𝟲 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼
𝐂𝐨𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 “FESTIVAL DELLE STELLE” 𝟮𝟵/𝟯𝟬 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲
𝐆𝐞𝐧𝐨𝐯𝐚 “NAIMA ACADEMY DANCE CAMP” 𝟭𝟯/𝟭𝟰 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼
Contestualmente alle tappe, la direzione artistica di 𝐒𝐢𝐦𝐨𝐧𝐞 𝐃𝐢 𝐏𝐚𝐬𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 con la supervisione del corpo docente dell’Accademia, assegnerà borse di studio GRATUITE, provenienti dalle organizzazioni nazionali ed internazionali di danza che hanno scelto di aderire al progetto formativo.
𝐏𝐑𝐄-𝐀𝐔𝐃𝐈𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈 𝐁𝐀𝐋𝐋𝐀𝐍𝐃𝐎 𝐎𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐑𝐎𝐀𝐃 – 𝐓𝐎𝐔𝐑 𝟐𝟎𝟐𝟑
Nelle stesse date, Simone Di Pasquale organizzerà delle pre-audizioni a numero chiuso per le tappe di Botr2023 che consentirà, a chi si iscriverà sulla piattaforma dedicata “Dancematik.it” e verrà convocato e successivamente selezionato, di avere accesso diretto ad una delle tappe senza dove partecipare alla pre-selezione online. Potranno accedere alla pre-audizione ballerini e ballerine di 𝐞𝐭𝐚̀ 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐭𝐫𝐚 𝐢 𝟏𝟎 𝐞 𝐢 𝟑𝟎 𝐚𝐧𝐧𝐢 (nel caso di minorenni occorre indicare le generalità dell’accompagnatore/trice maggiorenne) che si presenteranno negli stili Moderno, Contemporaneo, Street dance, Standard, Latino o Swing.
Ecco l’elenco aggiornato degli eventi segnalati e a libera partecipazione per i tesserati di tutte le organizzazioni, associazioni, enti e federazioni.
COSENZA. Musica, canto, danza e recitazione in scena il 16 settembre nel teatro auditorium dell’Università della Calabria (Unical) per il primo musical liberamente ispirato alla storia legata al popolo dei Bretti e al mito di Donna Bretia, la guerriera a capo della rivolta che ne sancì la libertà.
PRIMA NAZIONALE Venerdi 16 dicembre 2022, ore 21.00 BRETIA, REGINA DEI RIBELLI – ROCK OPERA Teatro Auditorium Unical – Università della Calabria
“Rock opera con musiche e testi originali, un’ambientazione dai toni discronici e distopici, un impianto drammaturgico contrassegnato da un dinamismo costante, a cui si alternano momenti introspettivi suggestivi e struggenti”.
“Scenografie impattanti che fanno da sfondo a coreografie e movimenti scenici caratterizzati da stili urban e contemporanei”.
“La storia di una donna guerriera portata in scena come esempio di coraggio, libertà e forza per tutte le donne. E non solo”.
“Un intreccio segnato dalla lotta per la realizzazione propria e del proprio popolo da parte dei protagonisti, il valore sacro della libertà e dell’autodeterminazione, gli intrighi di potere, l’amicizia, l’amore, il senso della storia. Tutto accompagnato da sonorità hard rock, hair metal, soft core, rock operistico, oltre alle immancabili ballad”.
TRAMA
Italia Meridionale, 355 a.C. Comandato da Sirinus, il popolo dei Lucani tiene sotto il proprio giogo il popolo dei Bretti, i quali conducono la propria esistenza per servire Sirinus in cambio di protezione e un’apparente tranquillità. In mezzo a loro vive Oscùs, un misterioso sacerdote, un tempo guerriero. Fa da padre putativo e da mentore alla giovane Bretia, figlia di due rivoltosi, rimasta orfana, a seguito della loro condanna a morte proprio per mano dei Lucani. Oscùs insegna a Bretia l’arte della guerra, nonché i nobili valori di libertà e identità. L’asceta vede in lei un dono divino, la persona che porterà i Bretti alla tanta agognata libertà e indipendenza. Anche Sirinus ne riconosce le doti: la teme, la odia, ma al contempo sente una forte attrazione verso di lei.
INTERPRETI PRINCIPALI – Giorgia Reda (Bretia), Fiore Mendicino (Sirinus), Luca Ziccarelli (Oscùs), Antonio Gelsomino (Dionisio), Mirko Iaquinta (Narrante), Desiree Minervino e Michela Rizzuti (Ancelle di Dionisio)
ENSEMBLE E CORPO DI BALLO Anna Chiappetta, Francesca De Buono, Fabiola De Rose, Giorgia De Rose, Alessia Mandoliti, Lucia Mondera, Niccolò Pacenza, Mario Paradiso
TESTI E REGIA Attilio Palermo
MUSICHE E DIREZIONE MUSICALE Luigi A. Morrone
DIREZIONE COREOGRAFICA E COREOGRAFIE Mario Palermo
SCENOGRAFIE Andrea Capitolino
PRODUZIONE/REALIZZAZIONE – Palmo
PATROCINIO – Comitato unico di garanzia (Cug) UniCal
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