In occasione della Giornata internazionale della danza, proponiamo ai cultori del ballo sportivo di coppia la riscoperta del film “La bellezza d’Ippolita” (Italia, 1962, 90 minuti), diretto da Giancarlo Zagni, su un soggetto tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore friulano Elio Bartolini (Mondadori 1955, Longanesi 1968-1970). Tra gli interpreti principali spiccano i protagonisti Gina Lollobrigida ed Enrico Maria Salerno (Ippolita e Luca), insieme alla cantante-attrice Milva (Adriana) e Carlo Giuffré.
Questa singolare pellicola in bianco e nero di sessant’anni fa (coproduzione italo-francese di Arco-Film Roma e Francinex-Pathè Parigi), risulta di notevole interesse storico perché tra gli attori c’è anche il ballerino e maestro Ariel Mannoni. Vero pioniere e antesignano del ballroom nel nostro Paese, Mannoni è ricordato per aver insegnato a generazioni di maestri e per essere stato il fondatore della Fiab, la Federazione Italiana Amatori Ballo di cui, dopo la sua scomparsa, per un breve periodo sarebbe diventato presidente il fratello Umberto Mannoni, predecessore del dottor Franco Querzè.
Tra le scene di altri tempi si scoprono curiosamente quelle della “Gara interprovinciale di ballo da sala”, elegantemente ambientata nel Politeama Garibaldi (in realtà un salone in Piazza di San Francesco D’Assisi a Roma) con tanto di coppie numerate in frac e gran tutù, pista su palco rialzato, orchestra per la musica dal vivo, speaker ufficiale, tavolini giuria e votazione a paletta, zona bar e buffet per gli ospiti. Due giorni di competizioni – tra sabato e domenica, come si legge nello striscione dell’evento – su specialità di singoli balli, con Gina Lollobrigida occasionale partner di Ariel Mannoni per la gara di tango “argentino” (in realtà standard).
Il film (distribuito da Cineriz e presentato in concorso al XII Festival di Berlino) vanta anche le coreografie di Gino Landi e la direzione musicale di Roberto Pregadio, mentre tra gli sceneggiatori compare la prestigiosa firma di Pasquale Festa Campanile. Purtroppo le copie disponibili su Internet sono alquanto rare e di qualità non ottimale, ma c’è da considerarne l’importanza documentale e artistica, sia in termini cinematografici che socio-culturali. Utile in particolare per risalire alle origini e alle prime fasi di sviluppo della danza agonistica, connaturate al costume e allo spirito degli anni in cui l’Italia e l’Europa lasciavano alle loro spalle gli orrori, la distruzione e i postumi morali del periodo bellico, per entrare con decisione in quello del boom economico. Era il meraviglioso inizio di un nuovo ciclo, di grandi speranze, grandi ideali e grandi imprese. Per qualcuno “La bellezza d’Ippolita” potrà essere solo un vecchio film sentimentale, altri potranno invece ricavarne pillole di informazioni preziose, da non dimenticare, perché tutto ciò che conosciamo e che conosceremo è sempre frutto e conseguenza di ciò che è avvenuto nel passato.
Un altro fotogramma del film. Il maestro di tango (Ariel Mannoni) alla guida di una Fiat 600, con altoparlante sul tettuccio e ricoperta di manifesti per la pubblicità della gara di ballo, si ferma al distributore dove lavora Ippolita, ex soubrette di varietà. “C’è anche la gara di twist?” chiede lei “Ma no, la gara è riservata ai balli classici: foxtrot, tango e valzer viennese” risponde il maestro.
Trama del film
Ippolita è un’ex ballerina di varietà che sposa il benzinaio Luca ma il matrimonio entra presto in crisi per la gelosia del marito a causa del suo continuo farsi corteggiare dagli automobilisti. Un giorno Ippolita si concede una gita in sidecar, destinazione Venezia, con un giovane innamorato austriaco. Pranzano insieme, vanno al cinema e poi si ritrovano in una gara di ballo. Nel frattempo Luca per ripicca la tradisce con Adriana, un’amica di Ippolita. Al suo ritorno Ippolita scopre la liaison e la sera, dopo aver partecipato alla finale della gara di ballo annuncia al marito che prima di fare pace lei deve rendergli la pariglia…