Nuovo Parlamento e nuovo Governo. Confederdanza riprende l’azione politica con i vertici dello Stato

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Nella scorsa legislatura la Confederazione Italiana della Danza si è attivata e distinta per aver promosso una serie di iniziative e proposte per arrivare, tra l’altro, ad avere idonee regole per i titoli di formazione e per il riconoscimento professionale dei lavoratori della danza. Durante il 2021 e il 2022 si sono svolti a Roma diversi appuntamenti, con riunioni e incontri al Ministero, al Senato e alla Camera, con i responsabili delle rispettive Commissioni Cultura, riuscendo anche a tracciare una vera e propria road map per giungere ad un censimento pubblico nazionale e alla convocazione degli stati generali della danza italiana.

Negli ultimi mesi erano partiti i lavori del Tavolo Permanente della Danza, nominato dal precedente ministro Franceschini, in cui contiamo presenza di vari sostenitori e dirigenti vicini alla nostra alleanza, che riunisce un gran numero di importanti personalità e consociazioni nazionali, con migliaia di scuole e di insegnanti che fanno capo agli enti che aderiscono alla Confederazione Italiana della Danza (CID)

In questi primi giorni del nuovo corso politico ci accingiamo a riprendere i contatti e riavviare gli incontri non appena possibile. Lo spirito è quello di massima fiducia nel nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni, con l’augurio che la squadra di nuovi Ministri e l’intero Parlamento possa presto affrontare, insieme alle questioni più urgenti per tutto il Paese, anche i problemi irrisolti riguardanti le figure professionali della danza e del ballo italiano che operano negli ambiti dell’arte, della cultura, del benessere e dello sport.

L’augurio è quello di buon lavoro a tutta la compagine governativa. Conosciamo e viviamo le difficoltà di questo periodo ma dobbiamo ribadire la mancanza di normative chiare e l’insostenibile precarietà della diffusa realtà dei piccoli centri danza presenti in tutto il Paese, che coinvolgono direttamente una vasta platea di addetti e di appassionati in tutti i ceti sociali.

Il primo obiettivo rimane quello di stimolare l’approfondimento su questi temi, di essere d’aiuto e al fianco degli Organi Governativi per rivalutare e riconfigurare questo comparto artistico e culturale, amatoriale e professionale, nella sua interezza e non più in modo disarticolato, settoriale e non equilibrato. In particolare per tutti gli aspetti legati al lavoro, al trattamento fiscale delle attività e alla formazione professionale. Nonostante le problematiche un gran numero di addetti riesce infatti a portare avanti, ogni giorno, la più considerevole e diffusa mole di attività creativa e operativa nel settore tersicoreo: non solo in termini di massa, quantitativi, ma anche di qualità, permettendo la crescita di tanti talenti, l’impiego di figure specialistiche (che altrimenti non possono trovare spazio nel chiuso e ristretto mondo della danza istituzionale e d’élite) e la produzione di un enorme flusso culturale e aggregativo. L’universo della danza comprende tante realtà – anche molto diverse tra loro, per origine, evoluzione e singolarità – tutte riconducibili ad un mondo che riesce a mettere positivamente insieme arte, spettacolo, innovazione e sviluppo culturale, pratica motoria, salute e aggregazione sociale di massa.

La Danza e tutte le sue figure necessitano di tutela e, finalmente con norme indipendenti e appropriate che ne facilitino la pratica e lo sviluppo.

Serve un profondo cambiamento nell’approccio e una riforma quadro, innovativa e risolutiva, affinché tutti settori del ballo e della danza possano ottenere un complessivo riconoscimento e il giusto ordinamento, dalle istituzioni più storiche e blasonate alle libere iniziative spontanee, individuali e collettive, che riescono a coprire l’immenso fabbisogno di benessere culturale e sociale in tutto il territorio nazionale, in ogni fascia di età e di popolazione, anche laddove esistono condizioni di disagio.

Sono solo alcuni dei temi su cui occorrono interventi e che vogliamo riproporre all’attenzione dei vertici dello Stato e in ogni competente sede istituzionale, anche a livello locale. Ecco perché rinnoviamo l’invito ad aderire alla Confederazione e rafforzare il fronte degli aderenti CID.

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